Escursioni nelle Riserve Naturali-Your Sub Title Here
La Sicilia conta 72 riserve naturali regionali per una superficie complessiva di 85.181 ettari, pari al 3,3% della superficie regionale, Sono state istituite con la legge regionale n. 98 del 1981. Di seguito si propongono delle visite ad un solo gruppo di riserve, non perchè queste siano le più belle, ma perchè facilmente raggiungibili dall'area della sede dell'associazione ad esclusione della "Riserva naturale orientata Bosco della Ficuzza, Rocca Busambra, Bosco del Cappelliere e Gorgo del Drago", che sebbene lontana dalla zona di azione, permette un'escursione di una intera giornata molto interessante e per questo motivo proposta.
Di seguito i colori che sono associati ai gradi di difficoltà delle escursioni proposte (Per approfondire, si rimanda alla pagina "Escursioni" dove vengono specificati in dettaglio i gradi di difficoltà in riferimento alla lunghezza del percorso ed al dislivello)
Trekking facile (Sentiero Turistico - T)
Trekking medio (Sentiero escursionistico – E )
Trekking impegnativo (Escursionisti esperti - EE)
"Riserva Naturale Orientata del Fiume Fiumefreddo - (CT)". È un ambiente fluviale unico in Sicilia, perchè direttamente alimentato dalle acque “fredde” provenienti dall'Etna. La riserva è stata istituita nel 1984 al fine di consentire la conservazione della flora acquatica, ed è attraversata dal fiume, che emerge per appena 2 km, lungo una pianura molto rigogliosa e fertile coltivata ad agrumeti e orti. La flora è ricca e presenta specie acquatiche e ripariali rare o non presenti in altre aree della Sicilia. In particolare la riserva ospita due specie che si trovano a delle latitudini estreme. Il “Ranuncolo a pennello”, specie igrofila che qui trova il suo areale più a sud d'Europa, ed il "Papiro", che qui trova il suo areale più a Nord dell'Africa. Altre piante acquatiche presenti e rare sono, il Sedano d’acqua, la Menta d’acqua e la Veronica d’acqua. Sempre nella riserva è possibile ammirare molte specie arboree, come il Pioppo bianco e il Salice bianco, che costituiscono un residuo di ben più vasti boschi planiziali, sostituiti, fin dall'inizio del '900 con l’eucalipto (sempreverde, originaria dell’Oceania, soprattutto Tasmania, Australia, Nuova Zelanda e Nuova Guinea, appartenente alla famiglia delle Myrtaceae) che arriva in Sicilia nel ventennio fascista, per essere utilizzato negli interventi di “bonifica”, nel “rinsaldamento” delle dune e lungo le linee ferroviarie e poi, intorno gli anni ’70, prima ad Enna e poi a Fiumefreddo e dintorni per la produzione della carta nelle Cartiere (SIACE).
"Riserva Naturale Orientata La Timpa – Acireale - (CT)". Il sentiero permette di attraversare una parte della Timpa poco antropizzata, conosciuta come "timpa del Belfrontizio" e "timpa Falconiera" ed offre splendidi scorci che si aprono sugli imponenti canaloni a strapiombo e un magnifico panorama sulla costa sotto Acireale. La Timpa è un promontorio di circa 80 m di altezza, proprio a ridosso della costa di Acireale ed è caratterizzata da rocce di origine vulcanica gradinate e da diverse faglie dove cresce una fitta vegetazione. Il sentiero si sviluppa lungo un vecchio tracciato ferroviario statale a binario unico, costruito nella seconda metà del secolo XIX e disattivato negli anni sessanta in seguito alla realizzazione del nuovo tracciato, a doppio binario in galleria, a monte del medesimo. Nei tratti non in galleria lo sguardo si perde a contemplare i paesaggi delle borgate di Santa Tecla, Stazzo e Pozzillo. La flora della riserva è costituita da alcune tipiche piante pioniere mediterranee. Fra gli arbusti si può osservare l'euforbia arborea caratterizzata da arbusti di color rossiccio e dalla fioritura di mazzolini di colore giallo-verde. (Euforbia arborea "Euphorbia dendroides" comune negli ambienti di macchia mediterranea). La fauna è costituita da alcuni piccoli rapaci. Per la particolarità il promontorio fu nei secoli utilizzato come piazzaforte militare, soprattutto per scopi di difesa dalle incursioni piratesche. Lungo il sentiero è possibile effettuare la visita di una grotta di scorrimento lavico, intercettata dalla realizzazione della ferrovia e, come formazione, risalente all'eruzione storica del 396 a.c. responsabile del campo lavico che giunse sino al Mar Ionio, dove è situato l'attuale paese di Santa Tecla e dove è possibile ammirare splendidi basalti.
"Aci Trezza - Area Marina Protetta Isole Ciclopi - (CT)". Il trekking si sviluppa a partire dal porticciolo di Aci Trezza, piccolo e vecchio borgo marinaro, famoso nel passato, per la sua imponente flotta peschereccia che pescava in tutto il Mediterraneo. Questo luogo è intriso di storie e legende di ninfe, giganti e di Ciclopi, cantati da Omero e da Virgilio. Se ciò non dovesse bastare, dal punto di vista geologico, questo luogo rappresenta l'embrione dell'attuale vulcano Etna, in quanto proprio qui, 600.000 anni fà, ebbero inizio le prime eruzioni sottomarine che nel tempo poi, spostandosi verso Ovest, generarono l'attuale stratovulcano. L'area marina protetta che è possibile ammirare, istituita nel 2004, si estende nel tratto di mare antistante “Aci Trezza” e comprende il piccolo arcipelago delle Isole dei Ciclopi (Isola Lachea e i tre faraglioni). Questi sono la testimonianza delle primissime eruzioni sottomarine come testimoniano i "basalti colonnari di terra" presenti nel tratto adiacente il porto, spettacolari e simili a quelli dell''isola di "Staffa" in Scozia. Ricca di storia e letteratura è la visita al cantiere navale “Rodolico”, ultimo “maestro d'ascia” di una famiglia di costruttori di barche in legno per la pesca, che ispirarono Verga, nei suoi “Malavoglia”, alla barca “Provvidenza”.
Video: Aci Trezza ed Isola Ciclopi
"Riserva naturale Oasi del Simeto - (CT)." L'Oasi del Simeto è una riserva naturale orientata della Sicilia (RNO) di circa 2000 ettari, già oasi di protezione faunistica nel 1975, nel 1984 è diventata riserva regionale. È una zona umida estremamente importante, perché rappresenta una delle tappe fisse delle rotte di tante specie di uccelli migratori, nonchè rappresenta luogo di riproduzione per tante specie stanziali. Lungo la passeggiata infatti, se dotati di binocolo è possibile scorgere limicoli, trampolieri, ardeidi, anatidi e se si è fortunati il legendario "pollo sultano" reintrodotto di recente in via sperimentale, dopo l'avvenuta estinzione a causa della caccia selvaggia. Sempre visibile il "Gheppio" , rapace diurno famoso per la sua posizione di caccia in volo dello "spirito santo", il "Cormorano" ed il "falco di palude". Da qualche anno la spiaggia dell'Oasi del Simeto ha ospitato, nel mese di Agosto, la schiusa delle uova di "Caretta caretta", una tartaruga marina molto comune nel Mediterraneo. La vegetazione del tratto finale del fiume è essenzialmente costituita da canne di palude e cespugli di tamerici e salicornieti. (Salicornia - è un genere di piante capaci di adattamenti peculiari che ne permettono l'insediamento su terreni salini o salmastri, e per questo sono dette piante alofite).
Video: Oasi del Simeto
Video: Schiusa uova Caretta caretta Oasi del Simeto
"Riserva naturale orientata Laghetti di Marinello - (ME)". E' un'area protetta istituita nel 1998 e affidata in gestione alla provincia di Messina. Si estende su oltre 400 ettari. Situata sotto il promontorio del Santuario di Tindari, l'area lagunare di Marinello è sottoposta a molte variazioni morfologiche del territorio che, modificando la costa, creano laghetti del litorale salmastri. Sulle pareti prospicienti sono presenti diverse grotte.
"La Riserva Naturale Orientata Sambughetti Campanito - (EN)". Il massiccio montuoso del Sambughetti – Campanito, forma una dorsale parallela ai monti Nebrodi, distendentesi a Sud della dorsale principale ed ad essa collegata dalla sella detta “del Contrasto” e così risulta elemento di passaggio alla successiva catena montuosa delle Madonie. Le cime maggiori del massiccio, che sono anche le più alte della provincia di Enna, sono la cima Sambughetti, con 1559 metri s.l.m., la cima di Monte Campanito, alta 1512 metri s.l.m. e la cima di Rocca Campanito, alta 1508 metri s.l.m. Il valore naturalistico della riserva di Sambuchetti Campanito è dovuto alla varietà di ambienti ed alla biodiversità presente in quest’area. Le rocce presenti in quest'area, appartengono alla successione flyschioide del flysch numidico. Incantevole il "Lago Campanito" formatosi per risalita di falde sotterranee accumulatesi grazie all'anfiteatro quarzo-arenitico circostante. Lungo il sentiero è possibile visitare la "grotta nivarola", un enorme blocco quarzo-arenitico scavato a mano per ricavare un ambiente unico per la coltivazione ed il commercio del ghiaccio.
"Riserva naturale orientata Pantalica, Valle dell'Anapo e Torrente Cava Grande - (SR)". La riserva si estende per gran parte sui territori di Ferla, Cassaro e Sortino, su cui si trovano la maggior parte delle catacombe. È attraversata dal fiume Anapo e dal Calcinara che scorrono attraverso i canyon a "V" caratteristici della zona. All'interno della riserva sono presenti anche due grotte carsiche, la grotta dei pipistrelli e la grotta Trovato. Pantalica è un luogo strabiliante ed ancora in buona parte ancora da esplorare, un luogo dove regna il silenzio, dove i rapaci sorvolano le profonde e misteriose gole e dove e presente il più eccellente esempio al mondo di architettura funeraria rupestre.
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"Riserva naturale orientata Oasi Faunistica di Vendicari - (SR)". Sita in provincia di Siracusa, tra Noto e Marzamemi, riveste importanza strategica per l'avifauna, per la presenza di pantani che fungono da luogo di sosta nella migrazione oltre che luogo di grande rilevanza storica ed architettoniica. All'interno della Riserva infatti è possibile trovare le tracce di vasche-deposito di un antico stabilimento per la lavorazione del pesce di età ellenistica (300 a.c. - 30 a.c. dominio romano). La pericolosità della costa e la strategicità della stessa è testimoniata anche dalla presenza della "Torre Sveva", costruita probabilmente da Pietro d'Aragona, conte di Alburquerque e duca di Noto (1406-1438), nonché fratello di Alfonso V d'Aragona, re di Spagna e Sicilia (1416-1458) per la difesa della costa. Molto belli anche i resti della "tonnara di Vendicari", un edificio in disfacimento che conserva ancora in buone condizioni la ciminiera, oltre a vari stabilimenti e alle case dei pescatori: la tonnara fu costruita nel Settecento: nel periodo di massima espansione ebbe 40 dipendenti, tra cui due rais (il primo di Avola e il suo vice di Pachino). Smise la sua attività nel 1943. La riserva è ricca di spiagge bellissime: a nord quella di Eloro, con accanto la spiaggia di Marianelli, Calamosche, la spiaggia di Vendicari (nei pressi della tonnara) e a sud la spiaggia di San Lorenzo. Vendicari, in quanto "zona umida costiera", è ricca di acque, ma ad alto tenore di salinità. Pertanto nei suoi ecosistemi possono vivere solo quegli organismi vegetali e animali in grado di adattarsi a tale ambiente. Le piante alofite (che si adattano, cioè, a terreni ad alta concentrazione di sale) si sono sviluppate in modo da eliminare i sali in eccesso, le succulente accumulano nei tessuti riserve d'acqua dolce; altre piante come il ginepro, le tamerici e le salicornie con la riduzione delle superfici fogliari minimizzano la traspirazione e la perdita d'acqua. Numerose sono le specie di uccelli che sostano a Vendicari: i trampolieri, gli aironi cinerini, le cicogne, i fenicotteri e, inoltre, il germano reale, i gabbiani, i cormorani e il cavaliere d'Italia che sosta qui nel suo viaggio dal deserto del Sahara ai luoghi di nidificazione nel nord Europa. Il mese di dicembre è il migliore per l'osservazione degli uccelli (birdwatching).
"Riserva naturale orientata Monte Altesina - (EN)" La riserva è ubicata nel comune di Nicosia in provincia di Enna e rappresenta un'isola verde di 700 ettari. Siamo sui monti Erei, prescelti dagli Arabi come punto trigonometrico principale dell' Isola appena conquistata e da cui si dipartivano le tre regioni geografiche e amministrative della Sicilia, la Val Demone, la Val di Noto e la Val di Mazara. Il nome è riferito al "Monte Altesina", che i latini soprannominarono “Mons Aereus” (Aereo), per la forma particolarmente svettante e appuntita del monte, che, con i suoi 1192 m s.l.m. di altezza, è uno dei vertici orografici dei monti Erei e risulta visibile da gran parte della Sicilia centrale. Dal punto di vista floristico l'elemento più significativo della Riserva è costituito dalla lecceta (Quercus Ilex), un esteso bosco mediterraneo sempreverde, uno dei motivi di istituzione della riserva. Dal punto di vista faunistico invece, le due specie tutelate sono il "picchio rosso maggiore" e lo "sparviero". Sul Monte Altesina si trova la sorgente principale del fiume Dittaino che ospita la biscia d'acqua, il rospo comune, lo smeraldino e la raganella. Tra i mammiferi invece, nota è la presenza del gatto selvatico,volpi e ricci. La riserva è sicuramente interessante dal punto di vista naturalistico ma anche da quello archeologico e culturale. Chi è infatti appassionato di archeologia, qui troverà le tracce di insediamenti umani dalla preistoria al medioevo. Durante l'età del bronzo e dalla prima metà del ferro il Monte Altesina fu utilizzato come necropoli, mentre risalgono al I millennio a.C. le rovine dei primi insediamenti umani. Nella riserva, i resti di un convento ed una chiesa, la chiesa di "Santa Maria" (Ruderi di romitorio semirupestre – XI-XII secolo), sono la testimonianza dell'presenza attiva, durante il medioevo, di un gruppo di eremiti.
"La Riserva naturale orientata Bosco della Ficuzza, Rocca Busambra, Bosco del Cappelliere e Gorgo del Drago - (PA)". La riserva del bosco della Ficuzza è stata istituita nel luglio del 2000. Quest'area boschiva fu fortunatamente risparmiata dal disboscamento fino ai primi anni dell'Ottocento perché territorio impervio e roccioso, di alta collina, meno adatto dei circostanti alla pratica dell'agricoltura. Il bosco fu sfruttato come riserva di legna da ardere. All'inizio dell'Ottocento viene donato dai latifondisti a “Ferdinando I” delle Due Sicilie per farne sua riserva di caccia. Ferdinando vi fece edificare la "Casina Reale di caccia", attorno alla quale sorse il piccolo borgo di Ficuzza, frazione di Corleone. Con la legge nº 535, 29 dicembre 1901 del Regno d'Italia, il "Bosco nazionale inalienabile di Ficuzza" viene destinato a "stazione climatica". L'area è dominata dal massiccio calcareo della Rocca Busambra (1613 m.s.l.m.) che delimita a sud il territorio della riserva, a nord del quale sorge il Bosco della Ficuzza e il contiguo Bosco del Cappelliere, due estese aree di foresta mediterranea sempreverde separate dalla strada provinciale che collega il centro di Godrano alla SS 118. La riserva è ricca di corsi d'acqua a carattere torrentizio, che formano diversi laghetti naturali, i cosiddetti "gorghi". Nella riserva di caccia è presente il "Pulpito del Re", un trono scolpito sulla roccia arenaria che il re Ferdinando IV di Borbone usava per cacciare stando seduto mentre i battitori spingevano le prede verso di lui. Interessante la presenza a Ficuzza, del "Centro Regionale Recupero Fauna Selvatica" situato a fianco della Real Casina di Caccia, struttura gestita dalla LIPU, che oltre a svolgere servizio di assistenza alla fauna selvatica in difficoltà, ospita una sala didattica nel quale possono essere visionati filmati e proiezioni di diapositive sulla riserva.
"SIC - Forre laviche del Simeto". Non si tratta di riserva naturale ma di sito SIC, cioè di sito di importanza comunitaria. Sono gole, con pareti di altezza variabile tra i 5 e i 15 metri, scavate dal fiume Simeto nel basalto formatosi in seguito a colate laviche provenienti dall'Etna. L'interesse paesaggistico e geomorfologico, scaturisce dal fatto che presentano una caratteristica geometria dei prismi basaltici, perché costituiscono il contatto tra rocce sedimentarie e lave etnee. Sulle sponde laviche predominano varie specie tipiche dei boschi e della macchia mediterranea, olivastro, leccio, bagolaro, ecc, mentre su quelle sabbiose si osservano tamerici, oleandri ed euforbia arborea. La fauna è molto ricca, e si possono osservare volpi, istrici, ricci e conigli selvatici. Le specie avicole comprendono uccelli stanziali ed migratori. Troviamo alcune specie di rapaci diurnicome la poiana (Buteo buteo), il gheppio (Falco tinnunculus), e, nelle zone interessate dai pascoli e dalla bassa vegetazione, ancora oggi si può osservare la bella coturnice (Alectoris graeca), un tempo molto diffusa. La particolarità del percorso si deve anche alla presenza del "Ponte dei Saraceni", un ponte in pietra probabilmente risalente al periodo romano e ricostruito e modificato nel XII secolo sul fiume Simeto. Collega il territorio di Adrano (CT) con quello di Centuripe (EN), presso il "passo del Pecoraio". Il ponte, in origine, rappresentava un importante asse di collegamento tra le città di Troina, prima capitale del regno di Ruggero I di Altavilla, e di Catania. Del ponte originario rimane solo l'arcata maggiore, quella centrale ad arco acuto; altre, la più piccola a sesto acuto e un'altra a tutto sesto di origine probabilmente romana, furono distrutte dall'alluvione del 1948, e ricostruite in seguito in forme diverse rispetto a quelle originarie.